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QUI REDAZIONE...
RARO SI’, MA QUANTO?
Avvicinandosi alla fine dell’anno, comincia il tempo delle valutazioni sui lavori portati avanti nell’anno che si sta per concludere e su quelli che si ha intenzione di avviare nell’anno che verrà.
Per quanto ci riguarda, compatibilmente con il poco tempo a disposizione di tutti noi, ci stiamo già organizzando per aprire nuovi cantieri e nuovi progetti all’insegna dello studio, della ricerca e della divulgazione dei temi legati alla numismatica ed alla storia del periodo di nostro interesse.
Fra i progetti a cui stiamo maggiormente lavorando perché convinti della sua utilità ed importanza, vi è quello dedicato alla determinazione del grado di rarità delle medaglie costituenti il patrimonio storico del medagliere.
A differenza di quello che si potrebbe pensare a prima vista, lo scopo che muove questo progetto, non è quello di determinare il valore, non solo economico, dei singoli pezzi e dell’intera collezione, ma quanto capire quanto siano stato impattante il “tasso di dispersione” tipico del passare del tempo.
E’ chiaro infatti che ogni manufatto umano subisce un progressivo deterioramento, fino alla sua distruzione, giorno dopo giorno. Tale deterioramento può essere più o meno veloce, in base alle condizioni di conservazione dell’oggetto, così come può essere anche del tutto arrestato laddove il bene storico venga custodito in modo tale da esserne sterilizzato.
Se è vero che nella numismatica in senso stretto, tale tasso di dispersione è particolarmente marcato a causa della circolazione a cui le monete, per la loro stessa natura, sono destinate, è altrettanto vero che le loro grandi o addirittura grandissime tirature, garantiscono, nella stragrande maggioranza di casi, una loro relativamente ampia numerosità anche a distanza di molti anni.
Per le medaglie il discorso è diverso perché il numero di esemplari coniati, anche nei casi di produzioni più consistenti, è sempre molto più contenuto (raramente si parla di migliaia di pezzi realizzati, attestandosi normalmente nel range delle centinaia). Per contro, la medaglia non subisce l’usura tipica delle monete circolate nascendo, a parte il caso delle medaglie portative e delle insegne, per essere destinata ad una conservazione tipicamente collezionistica.
Purtroppo le nostre ricerche presso le principali Zecche che all’epoca produssero questi piccoli capolavori d’arte, hanno portato a stabilire che spesso tali istituzioni non abbiano archivi che determinino esattamente quanti esemplari sono stati realizzati all’epoca, né vi sono indicazioni chiare su chi fossero stati i loro primi acquirenti etc. Solo la Zecca di Soho a Birmingham ha una sorta di registro delle produzioni e delle vendite che permette di ricostruire le quantità iniziali.
In mancanza di numeri certi a monte, non resta allora di capire quante ve ne siano ancora in circolazione a valle e per farlo lo strumento principe è costituito dal monitoraggio dei passaggi nelle aste internazionali numismatiche e non solo.
Chiaramente questo screening non prende in considerazione tutti gli esemplari museificati ovvero quelli custoditi in modo definitivo in collezioni pubbliche o private ma comunque accomunate dall’inalienabilità dei pezzi conservati, ma, sulla base di un rapporto di proporzionalità fra quanto è circolante e quanto è fuori mercato definitivamente, è possibile comunque di capire quanto un certo tipo di medaglia abbia subito più o meno fortemente il tasso di dispersione illustrato poco sopra.
Per avere dati che abbiano una concreta rilevanza statistica, sarà necessario rispettare due aspetti principali: 1) sottoporre allo screening il maggior numero possibile di vendite all’asta, 2) farlo per un tempo non inferiore ai 5-10 anni.
Se la ricerca infatti viene fatta su uno spettro troppo piccolo di passaggi sul mercato, sarà inficiata, di per sé, per la parzialità dei dati raccolti; se lo studio sarà troppo breve, la significatività dei dati raccolti sarebbero a sua volta minata dall’inconsistenza del campione statistico.
Per fortuna la moderna tecnologia verrà in nostro soccorso grazie alle enormi potenzialità dell’intelligenza artificiale che ci permetterà di sottoporre a monitoraggio una percentuale molto vicina al 100% delle transazioni commerciali relative alle medaglie coniate in epoca rivoluzionaria e napoleonica e ci permetterà di farlo per un tempo potenzialmente indeterminato.
La collaborazione poi con altri autorevoli collezionisti del settore, ci permetterà di dare vita ad un vero e proprio team di lavoro ad ulteriore garanzia del buon esito del progetto.
Alla fine sapremo davvero il grado di rarità di ogni pezzo permettendoci di valutare quali fattori avranno reso una medaglia più rara dell’altra.
Nei prossimi mesi, quando il progetto sarà entrato a regime, sarà nostra cura tenervi aggiornati sui primi sviluppi di questo censimento mai tentato prima.
Alain Borghini
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