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UN ANNIVERSARIO DA RICORDARE
Ottobre 1999 - Ottobre 2024
Il Medagliere compie un quarto di secolo!
Sono passati ormai venticinque anni da quando alla fiera antiquaria di Arezzo, mi imbattei e rimasi affascinato dalla prima medaglia commemorativa dell’epoca napoleonica, che avessi mai visto.
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All’epoca la Fiera di Arezzo era ancora un serio ed importante punto di riferimento del mondo antiquario nazionale, caratterizzata non solo dalla presenza di centinaia di espositori fra cui poter bighellonare senza meta, ma anche dalla certezza che fra di loro, edizione dopo edizione, si nascondesse sempre qualche piccolo o grande tesoro in attesa solo di essere scovato.
Praticamente tutti i settori merceologici erano rappresentati compresa la numismatica. Fra gli operatori vi erano grandi esperti del loro settore ma anche semplici “rigattieri” che in modo più o meno inconsapevole, esponevano ciò in cui si erano imbattuti nelle settimane precedenti.
Molti venivano dalla capitale ed il loro accento romano risuonava abbastanza comunemente fra le vie del centro durante le talvolta prolungate trattative con i potenziali acquirenti.
Nell’ottobre 1999 ero rientrato da poche settimane dal servizio militare svolto a Vittorio Veneto (TV), in cui per puro caso ero stato folgorato dalla storia napoleonica; le ore di viaggio in treno erano molto lunghe così come lo erano le pause fra un servizio e l’altro presso la segreteria del Generale Comandante ed avevo quindi passato i dieci mesi di Naja a leggere, leggere ed ancora leggere scoprendo qualcosa che a scuola avevo proprio sottovalutato; l’epoca napoleonica prima, la rivoluzione francese poi e complessivamente la mitologia delle guerre napoleoniche.
Diciamo che dopo quell’anno, mi ero fatto una discreta idea dell’epoca e della sua iconografia.
E’ proprio per questo motivo che, gironzolando fra le bancarelle, come ero stato solito fare da bambino insieme a mio padre, riuscì a riconoscere al volo uno volto, ormai inconfondibile, impresso sul metallo.
Era Napoleone Imperatore ed Eroe dei Francesi.
All’epoca non avevo alcuna conoscenza in campo numismatico: non conoscevo assolutamente la differenza fra una medaglia ed una moneta, né tutto quello che potesse stare dietro a quel pezzetto di metallo coniato.
Fatto sta che qualcosa mi attirava verso quell’oggetto nascosto all’interno di una vetrina piena di oggetti numismatici di ogni tipo e di ogni valore.
Chiesi all’espositore di poter vedere meglio l’oggetto e mi accorsi a prima vista che aveva qualcosa di strano: riportava tanto testo in lingua francese, che all’epoca non conoscevo, e non presentava alcun valore nominale. Non era una moneta in sostanza.
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Restava da capire cosa fosse, era però un’operazione che non poteva essere fatta su due piedi in mezzo alla strada. Ai più giovani ricordo che nel 1999 non esisteva internet quindi non c’era nessun Google da poter consultare o nessuna App da utilizzare per “matchare” la foto con qualche database. Il riconoscimento doveva essere fatto a casa, utilizzando le vecchie care enciclopedie cartacee in cui la ricerca non veniva fatta per parola chiave ma grazie all’intuito ed al colpo d’occhio che ti permetteva di individuare la parola giusta per iniziare la ricerca e poi proseguirla sfogliando un tomo dopo l’altro.
Dopo una lunga trattativa, entrambi non sapevano concretamente su cosa stessimo mercanteggiando, riuscimmo a trovarci d’accordo sul prezzo di 30.000 lire. Per un neo congedato, non era proprio una cifra da poco; con quella somma ci si poteva uscire almeno un paio di volte però, passandomelo e ripassandomelo fra le mani, il contatto fisico con il metallo che assorbiva il calore della mia mano perdendo la sua glaciale freddezza, il volto maestoso ma ancore somigliante all’all’epoca giovane Bonaparte, le tante parole apparentemente incomprensibili ma non per questo meno affascinanti, mi convinsero a fare l’affare.
E’ passato un quarto di secolo da allora, oggi le mie ricerche e scoperte non si fanno più fra i banchi di un mercatino, peraltro ahimè purtroppo decaduto al rango di mercatino delle pulci, ma online presso grandi aste internazionali così come grazie ad anonimi venditori privati che, trovandosi più o meno casualmente questo tipo di oggetti fra le mani, non ne subiscono alcun fascino e se ne liberano spesso per pochi euro.
Da quella giornata di ottobre di venticinque anni fa, quasi altri millecinquecento pezzetti di metallo coniato, si sono fatti scovare dai mei occhi curiosi permettendomi di conoscerne la storia, le storie ed i dettagli ogni volta sorprendenti e coinvolgenti come se fosse la prima volta.
Nel tempo, al raccogliere si è aggiunto lo studiare, poi lo scrivere ed infine l’esporre. La collezione oggi non è semplicemente il frutto di un hobby ma ha assunto il valore di bene culturale di interesse nazionale, è conosciuta a livello internazionale ed è in attesa di trovare una giusta collocazione che la renda non solo meglio fruibili a tutti, ma che ne tuteli e valorizzi l’importanza di testimonianza storica unica nel suo genere.
Il prossimo quarto di secolo sarà sicuramente più difficile: il numero dei pezzi ancora assenti si riduce giorno dopo giorno, così come le energie fisiche con l’avanzare dell’età (mentre il medagliere festeggia il quarto di secolo, io ne festeggio la metà…) ma soprattutto all’attività “hobbistica” del collezionista che cerca e raccoglie, dovrà prevalere quella dello studioso e del custode impegnato a proteggere e promuovere quello che ormai è diventato una piccola e debole ma a tutti gli effetti reale istituzione culturale.
Il Medagliere Napoleonico ha ormai una vita propria che si prolungherà nel tempo ben più a lungo di quella del suo fondatore; il come ed il dove è tutto da scoprire…
Buon compleanno Medagliere!!!
Alain Borghini
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